Campi Colti
Agricoltori produttori e consumattori per l'autodeterminazione alimentare
incontro sabato 28 novembre ” api miele e melata”
Categories: Mercati

api

sabato 28 novembre ore 11.00 “api miele e melata”

incontro informale sulla storia di questo antico alimento e l’arte dell’apicoltore

 

A come Ape . Un’agricolturasenza pesticidi è possibile.

“Plan bee – living without pesticides. Moving towards ecological farming”
Rapporto integrale in inglese disponibile su www.greenpeace.org/italy/acomeape

Il drastico declino delle popolazioni di api, registrato

in questi ultimi anni specialmente in Europa e Nord

America, è allarmante data la nostra dipendenza

da questi insetti impollinatori che garantiscono

sia la biodiversità naturale che la nostra sicurezza

alimentare. Per esempio si consideri che le api

allevate in Europa sono diminuite del 25% tra il

1985 e il 2005. Il loro declino ha evidenziato a livello

globale una “crisi degli impollinatori”, ovvero una

situazione in cui i servizi di impollinazione forniti dalle

api sono limitati, fattore che può causare diminuzioni

delle rese e della qualità delle colture.

La ricerca scientifica mostra che è fondamentale

mantenere la biodiversità delle popolazioni di api

selvatiche e degli altri insetti impollinatori per garantire

una produzione agricola sostenibile e che non

possiamo fare affidamento su una sola specie per

l’impollinazione. Garantire diversità e salute delle

specie di api selvatiche è essenziale per garantire

la produzione di cibo che arriva ogni giorno

sulle nostre tavole. Studi scientifici recenti hanno

dimostrato che l’agricoltura industriale, fortemente

dipendente dalla chimica, è legata al declino delle

api e dei servizi di impollinazione che questi insetti

garantiscono ai nostri raccolti e alla flora selvatica.

L’uso sempre crescente di fertilizzanti, diserbanti,

insetticidi (Johnston et al. 2014, Tirado et al. 2013)

e la perdita di habitat naturali e semi-naturali, sono i

principali fattori legati al declino degli impollinatori.

L’attuale modello di agricoltura industriale sta

provocando anche problemi crescenti di resistenza di

parassiti e infestanti, diminuzione della fertilità del suolo e

della sua capacità di trattenere l’acqua, contaminazione

delle acque sotterranee, forte consumo di energia

ed elevate emissioni di CO2, nonché una maggiore

vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Inoltre, seguendo

questo paradigma, gli agricoltori diventano sempre

più dipendenti dalle multinazionali per la fornitura di

sementi e di prodotti chimici. E questi sono solo alcuni

esempi dei molti effetti negativi derivanti dall’attuale

modello agricolo industriale.

Come alternativa, un modello basato su moderni

metodi di coltivazione ecologica potrebbe sia

garantire una sana produzione alimentare che

evitare gli effetti negativi sopra menzionati. Gli studi

scientifici discussi in questo rapporto dimostrano

che lo sviluppo di un’agricoltura ecologica è

fattibile e – in effetti – che questa è l’unica soluzione

ai problemi sempre crescenti connessi all’agricoltura

industriale. L’agricoltura ecologica include alcuni

metodi dell’agricoltura biologica, promuove la

biodiversità nei terreni agricoli e permette il ripristino

di habitat semi-naturali nelle aziende agricole come

aree di compensazione ecologica per api e altri

animali selvatici. L’agricoltura ecologica esclude

l’uso di pesticidi e diserbanti di sintesi e, quindi,

salvaguarda le api dagli effetti tossici di questi

prodotti agrochimici.

 

I contenuti del rapporto

La parte introduttiva evidenzia l’importanza delle api

per la sicurezza alimentare ed è seguita da un’analisi

dei fattori che causano il loro declino, descrivendo

come alcune pratiche agricole possono causare

stress e impatti negativi sugli impollinatori.

Le raccomandazioni del rapporto sono redatte sulla

base degli studi scientifici per proteggere e ripristinare

le popolazioni di api in Europa. Il capitolo finale

fornisce una rassegna della letteratura scientifica

esistente sul controllo dei parassiti con metodi

sostenibili, per agevolare riduzione ed eliminazione

dei pesticidi sintetici usati nell’agricoltura industriale.

La ricerca, abbinata alle pratiche agricole ecologiche

già esistenti, conferma che è possibile invertire

l’attuale trend di utilizzo dei pesticidi sintetici

per la lotta ai parassiti.

Per documentare che l’agricoltura ecologica è una

realtà concreta e non un’utopia, Greenpeace ha

prodotto una serie di video su alcuni “casi studio”

che illustrano esperienze di agricoltori, scienziati,

istituti di ricerca e aziende. Questa rassegna mostra

come le tecniche di coltivazione ecologiche siano già

praticate con successo in tutta Europa. Gli esempi

includono il controllo dei parassiti tramite insetti

utili nelle piantagioni di cotone in Spagna e nella

produzione di rose in Olanda, l’utilizzo di cover crop

nei vigneti in Francia o di fiori intorno ai campi di patate

in Olanda, per attirare i nemici naturali che controllano

gli afidi. Oppure, pratiche di coltivazione del mais che

mirano a ridurre l’uso di pesticidi e ad aumentare la

fertilità dei suoli in Italia.

Questo rapporto mostra che soluzioni agricole

necessarie a garantire la sopravvivenza e diversità delle

api europee sono ben radicate nel concetto stesso

di “agricoltura ecologica”. L’agricoltura ecologica,

mirando a preservare gli ecosistemi importanti e le

loro funzioni, tutela le popolazioni di api e il servizio di

impollinazione che esse forniscono. Gli altri vantaggi

non sono da meno: l’agricoltura ecologica assicura

la produzione di cibo sano proteggendo il suolo,

l’acqua e il clima. Inoltre, promuove la biodiversità

e non contamina l’ambiente con prodotti chimici di

sintesi o organismi geneticamente modificati (OGM).

In questo tipo di agricoltura si utilizzano metodi di

lotta ecologica contro i parassiti e sistemi naturali

per fertilizzare il suolo. Viene applicata la rotazione

delle colture, l’uso di cover crop, di varietà resistenti e

colture miste, e si promuove un processo continuo di

ricerca scientifica e innovazione.

Api nelle aree agricole:

che cosa dice la scienza?

L’agricoltura ecologica favorisce le api. I dati

disponibili dimostrano che l’agricoltura biologica di

per sé favorisce diversità e abbondanza delle api.

  • L’agricoltura biologica applicata ai seminativi

agevola lo sviluppo di fiori selvatici all’interno e

ai margini dei campi, che a loro volta forniscono

nutrimento per le api.

  • La gestione con metodi biologici dei pascoli favorisce

la copertura del suolo e la diversità delle piante

erbacee e dei fiori presenti, a vantaggio delle api.

  • I prati da sfalcio gestiti con metodi biologici

costituiscono un habitat molto importante per gli

insetti impollinatori, fornendo una ricca gamma di

risorse floreali. Il declino dei bombi in Europa è stato

legato alla perdita di prati da sfalcio tradizionali.

Gli habitat naturali e semi-naturali sono necessari

per tutelare le api. La presenza nelle aree agricole di

habitat naturali e semi-naturali di alta qualità – come

aree boschive, siepi e margini erbosi dei campi –

sono fondamentali per la sopravvivenza delle api

selvatiche che ne hanno bisogno per lo svernamento,

per nidificare e per il cibo (polline e nettare) fornito

dai fiori. Le aree agricole gestite in modo industriale,

costituite tipicamente da monocolture su larga scala

e con limitati habitat semi-naturali, hanno la più bassa

diversità e minore abbondanza di api.

Un’agricoltura senza pesticidi

chimici di sintesi è possibile.

L’agricoltura ecologica non usa pesticidi chimici

di sintesi e piuttosto, per migliorare il controllo

dei parassiti delle piante, utilizza metodi quali, ad

esempio, l’introduzione dei loro predatori – come le

coccinelle, alcuni coleotteri o ragni. Alcuni studi hanno

dimostrato che la diversità e l’abbondanza di insetti utili

sono migliori nelle aziende biologiche. Tale diversità

è minore nei sistemi che praticano le tradizionali

monocolture, la semplificazione del paesaggio e della

produzione agricola, che si trasforma in un rischio per

la stessa attività agricola: oltre alla ridotta diversità

di habitat, l’uso di pesticidi chimici di sintesi riduce

le popolazioni di queste specie utili. Invece, paesaggi

agricoli eterogenei e diversificati, costituiti da piccoli

appezzamenti e mosaici di habitat semi-naturali,

possono agevolare la presenza di un maggior numero

di nemici naturali e hanno il maggior potenziale per

controllare i parassiti.

Sfruttare la biodiversità per tutelare le produzioni

agricole è quanto mette in pratica l’agricoltura basata

sull’uso dell’Agro-biodiversità funzionale (FAB).

Il termine FAB si riferisce a quegli elementi della

biodiversità, a livello di aree agricole o interi paesaggi,

che forniscono servizi ecosistemici a supporto di

una produzione agricola sostenibile e possono offrire

vantaggi anche per l’ambiente (ELN – FAB 2012).

La FAB utilizza strategie basate sulla ricerca

scientifica. Esempi pratici riguardano lo sviluppo di

miscele di fiori selvatici che sono seminati accanto o

all’interno di coltivazioni per fornire polline e nettare

per le api, ed altre per favorire la presenza di nemici

naturali dei parassiti. Insomma, si può fare ricerca e

innovazione senza avvelenare i campi.

 

Conclusioni

la strada da percorrere per aiutare le api e sviluppare

l’agricoltura ecologica.

Le seguenti raccomandazioni – basate sui risultati

degli studi indicati in questo rapporto e sui precedenti

studi di Greenpeace sulle api – sono volte ad aiutare la

tutela e la valorizzazione delle popolazioni di api nelle

aree agricole, così da garantire un adeguato servizio

di impollinazione delle colture e della flora selvatica.

  1. Eliminare progressivamente l’uso dei pesticidi

di sintesi (diserbanti, insetticidi e fungicidi)

in tutta Europa tramite l’implementazione

dell’agricoltura ecologica.

I pesticidi uccidono e danneggiano le api, i nemici

naturali dei parassiti e possono costituire un rischio

per la salute umana. L’uso di erbicidi in agricoltura

diminuisce le risorse floreali disponibili per le api

nei campi e ai loro margini, mentre l’uso di erbicidi

e concimi minerali sui pascoli li impoverisce e lascia

poche risorse floreali per le api. La soluzione per

questi problemi è lo sviluppo di un’agricoltura che non

utilizza prodotti chimici di sintesi.

  1. Conservazione degli habitat. Preservare gli

habitat naturali e semi-naturali all’interno delle aree

agricole (e non solo) è essenziale per sostenere

la biodiversità e la fauna selvatica, api comprese.

Un’ulteriore perdita di habitat metterebbe a rischio la

sopravvivenza di queste specie, che sono

fondamentali per l’agricoltura.

  1. Ripristino degli habitat semi-naturali nelle

aziende agricole (nell’ambito degli schemi agroambientali,

AES) per fornire risorse floreali e

aree di nidificazione per le api.

La ricerca indica che aumentare gli habitat seminaturali

nelle aziende agricole è essenziale per

sostenere il recupero delle popolazioni di api

selvatiche e per mantenere ai massimi livelli i servizi

di impollinazione per le coltivazioni e la vegetazione

spontanea. Si stima che per ogni aumento del 10 per

cento di habitat di alta qualità per le api, l’abbondanza

e la ricchezza delle specie può aumentare in media

del 37 per cento (Kennedy et al. 2013).

Margini erbosi dei campi, terreni a maggese,

pascoli seminaturali, siepi e aree boschive sono tutti

habitat importanti per le api. I prati da sfalcio gestiti

tradizionalmente possono fornire risorse floreali

importanti per le api, ancora meglio se piccole aree

non vengono sfalciate e lasciate come rifugi per

le api. Un’agricoltura formata da campi di piccole

dimensioni, intervallati da habitat semi-naturali

diversificati, è fondamentale per offrire aree salvaapi.

Per uno sviluppo efficace, è necessario collegare

gli habitat semi-naturali su più ampia scala al fine di

massimizzare i benefici per le api e gli altri impollinatori

naturali. Per fare ciò, sarà necessario che agricoltori,

politici e tutti i soggetti coinvolti lavorino insieme a

questa pianificazione.

  1. Miglioramento degli habitat con strisce di fiori

spontanei (schemi agro-ambientali, AES).

Con gli schemi AES si dovrebbe promuovere l’uso

di miscele di fiori autoctoni e di leguminose, in grado

di fornire risorse – polline e nettare – per le api. È

fondamentale sviluppare le tecniche già note dell’agrobiodiversità

funzionale (FAB) e investire ulteriormente

nella ricerca per fornire miscele di sementi su misura

per agevolare la presenza dei nemici naturali dei

parassiti e per impiegare tecniche naturali di controllo

dei parassiti.

Raccomandazioni politiche

Per salvare le api e il nostro cibo, dovremo

abbandonare l’uso di pesticidi e sostanze chimiche

di sintesi dannose per le api, incentivare l’aumento

di biodiversità in agricoltura e indirizzarci verso

un’agricoltura sostenibile ed ecologica.

In particolare, è urgente:

  1. Vietare immediatamente tutti i pesticidi

dannosi per le api e gli altri impollinatori, inclusi

clorpirifos, cipermetrina e deltametrina. Inoltre, i

bandi europei per gli insetticidi sistemici imidacloprid,

thiamethoxam, clothianidin e fipronil devono diventare

permanenti e coprire tutti gli utilizzi di queste sostanze

(Johnston et al. 2014).

  1. Adottare piani d’azione per le api, volti non solo

a una più efficace regolamentazione e controllo dei

prodotti chimici utilizzati in campo agricolo, ma anche

a facilitare il monitoraggio dello stato di salute

delle api e degli altri impollinatori. Tali piani dovrebbero

servire inoltre a migliorare la conservazione degli

habitat naturali e semi-naturali nelle aree agricole e

aumentarne la biodiversità.

  1. Passare da un’agricoltura intensiva

dipendente dalla chimica a modelli agricoli di

stampo ecologico, aumentando i finanziamenti

pubblici e privati focalizzati su ricerca e sviluppo di

pratiche ecologiche sostenibili. A livello europeo vanno

indirizzati maggiori fondi per la ricerca di soluzioni

agricole ecologiche nell’ambito del programma di

ricerca europeo Orizzonte 2020.

  1. Gli Stati membri dovrebbero fare buon uso dei

sistemi di consulenza aziendale previsti dalla PAC,

per condividere con gli agricoltori di tutta Europa le

conoscenze delle pratiche agricole “salva-api” e le

alternative che escludono l’utilizzo di prodotti chimici

di sintesi per la gestione dei parassiti.

  1. Implementare le aree di interesse ecologico

(Ecological Focus Areas, EFA). Gli Stati membri

dovrebbero garantire che la realizzazione delle aree

di interesse ecologico mirino realmente a tutelare e

valorizzare biodiversità e funzioni ecosistemiche come

l’impollinazione e il controllo con metodi naturali delle

popolazioni di parassiti.

Oltre alle raccomandazioni qui elencate, che

sono di diretta rilevanza per l’Unione europea, è

necessario affrontare la sostenibilità dell’agricoltura

a livello globale anche attraverso l’attuazione della

raccomandazioni dell’International Assessment of

Agricultural Knowledge, Science and Technology for

Development (IAASTD).

 

 

Molti dei nostri prodotti alimentari

dipendono dall’impollinazione

compiuta dalle api. Proteggerle è

vitale per il nostro ecosistema e la

produzione alimentare.

 

Comments are closed.